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Lo spirito del Centro Stampa E-mail

Nel 1978, era quasi primavera quando don Mario, col quale collaboravamo già da tre anni per la pastorale giovanile nella parrocchia di San Timoteo a Casalpalocco, ci chiese di impegnarci per la costruzione della casa per i giovani alla Madonnetta. Subito dopo, era il primo giorno di primavera, don Mario estese quell’invito alle 120 famiglie dei ragazzi del Gruppo di Formazione Giovanile della parrocchia. La risposta fu unanime ed entusiasta, fu subito costituito un “Comitato Promotore del costruendo Centro di formazione giovanile Madonna di Loreto” che affiancò il Gruppo degli Animatori, rimanendo attivo per anni per mobilitare persone e raccogliere risorse.

 

In pochi giorni don Mario ricevette l’equivalente di un anno di stipendio di un buon impiego! Così si poté procedere subito alla recinzione provvisoria del terreno, per poi cominciare nella buona stagione le attività, avendo come tetto il cielo.

 

Il 16 giugno 1978 fu presentata l’”anteprima pietra”: una mensa per l’altare del futuro Centro, decorata con lamelle d’argento con incise le firme di don Mario, dei primi Animatori, dei giovani delle prime comunità. In quell’occasione firmò anche mons. Clemente Riva, vescovo ausiliare del nostro settore, che ha sempre incoraggiato don Mario e sostenuto entusiasticamente il Centro. Nove anni dopo (22 febbraio 1987) si aggiunsero la firma del cardinale vicario Ugo Poletti e, pochi mesi dopo (13 dicembre 1987), quella di S. S. Giovanni Paolo II, quando venne a benedire la prima pietra dei locali del Centro.

 

La mobilitazione per la costruzione del Centro è stata sempre caratterizzata da perseveranza, speranza e obbedienza alla diocesi, come quando ci fu chiesto di costruire ANCHE la parrocchia di San Carlo da Sezze. La maggior parte di noi apparteneva ad altre parrocchie, ma fummo tutti orgogliosi di servire la Diocesi in quel territorio allora un po’ desolato. Seguendo l’esortazione di don Mario “costruiamo prima la chiesa parrocchiale perché non si dica: hanno prima costruito la loro casa”, ci siamo subito impegnati, anche mettendo a rischio le case delle nostre famiglie – con le fideiussioni a garanzia dei prestiti bancari – nella costruzione di chiesa e locali parrocchiali, dirottando temporaneamente a tal fine le nostre donazioni periodiche e infine donando gli edifici parrocchiali alla diocesi stessa.

 

Ma i nostri cuori – e i nostri portafogli – guardavano al Centro e così abbiamo perseverato, ognuno secondo le proprie possibilità e sostenuti dalla determinazione e fede incrollabile di don Mario, per pervenire, infine, all’inaugurazione dei locali del Centro stesso.

 

Abbiamo donato, per tantissimi anni e ancor’oggi, tempo e denaro – eravamo e siamo tantissimi (la cerchia si è allargata fino ad oltrepassare i confini d’Italia!) – per costruire la casa dei giovani, per aiutarli e sostenerli nella loro crescita umana e cristiana; ma anche per accoglierli (per tutto il tempo necessario, giorni, settimane, mesi), quando in difficoltà, nella Casa dell’Accoglienza, corpo specifico del gruppo di edifici del Centro.

 

Abbiamo creduto, sperato e amato con questa intenzione: realizzare e servire il Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto – Casa della Pace. Non pochi di noi – Animatori del Centro - continuano a risiedere nei territori di altre parrocchie della zona e solo alcuni svolgono servizi anche nella parrocchia di San Carlo da Sezze e il rapporto tra Centro e parrocchia è ottimo e il Centro mette i propri locali anche a disposizione della parrocchia per i suoi bisogni pastorali.

 

Don Mario si è speso sempre con tenacia per l’identità specifica e l’autonomia funzionale del Centro, al servizio della Diocesi e delle parrocchie (nel tempo: S. Maria Regina dei Martiri, S. Maurizio, S. Maria del Ponte e San Giuseppe al centro Giano, S. Francesco, S. Pier Damiani, la comunità parrocchiale di Arcella – AV - e la comunità parrocchiale italiana di Stoccarda) e noi l’abbiamo sempre seguito rassicurati che le sue e le nostre intenzioni (la realizzazione del Centro e la sua specifica identità e autonomia) fossero rispettate e difese.

 

Negli anni, diversi di noi sono tornati al Padre e ora chiacchierano con don Mario in paradiso, noi vogliamo continuare a credere che le loro intenzioni di donazione, come le nostre, continuino ad essere rispettate.

 

Giggi Bongiovanni e Grazia Accardo