Corriere della sera - 25/11/1996 - Danno fuoco al parroco antidroga Stampa

Roma: il drammatico episodio ieri mattina nei pressi di Acilia, in una zona ad alta intensita' criminale

Danno fuoco al parroco antidroga

Don Mario e' da anni impegnato nel recupero dei tossicodipendenti. Un collaboratore: " Ha visto l' aggressore, ma non lo denuncera' " . Ha bruciature profonde, per i medici e' in prognosi riservata. Stava pregando, un uomo l' ha cosparso di benzina trasformandolo in una torcia: e' grave

Roma: il drammatico episodio ieri mattina nei pressi di Acilia, in una zona ad alta intensita' criminale Danno fuoco al parroco antidroga Don Mario e' da anni impegnato nel recupero dei tossicodipendenti Un collaboratore: "Ha visto l' aggressore, ma non lo denuncera" Ha bruciature profonde, per i medici e' in prognosi riservata Stava pregando, un uomo l' ha cosparso di benzina trasformandolo in una torcia: e' grave ROMA - Stava pregando dentro la sua chiesa di periferia alle 7 del mattino, davanti alle statue della Madonna e di Santa Rita. Un' abitudine conosciuta da tutti i suoi fedeli, aggrappati a questo parroco di "frontiera" in uno dei tanti Bronx della citta' , dalle parti di Acilia. Alle 11 e mezzo don Mario Torregrossa, parroco di San Carlo da Sezze a Madonnetta Palocco, avrebbe dovuto celebrare la Messa nella "sua" chiesa, costruita solo nell' 87 dopo dieci anni di funzioni tenute in un garage. Ma ieri mattina, all' improvviso, un uomo ha spalancato la porta, si e' avventato sul prete che pregava, gli ha rovesciato addosso una latta di benzina e gli ha dato fuoco. Il sacerdote, trasformato in una torcia umana, con un urlo straziante ha attraversato la navata della chiesa e si e' accasciato di fronte all' altare maggiore. Don Mario, un sicliano di 52 anni trapiantato a Roma, l' ha visto in faccia il suo aggressore. Ma agli inquirenti si e' limitato a dire: "Quell' uomo aveva la testa coperta da una sciarpa, portava un giubbotto di pelle chiara e i jeans. Non ricordo altro". A soccorrere il prete e' stato don Fabrizio Centofanti. Mentre l' aggressore fuggiva, il giovane assistente del parroco l' ha trasportato all' ospedale S. Eugenio di Roma. Don Mario e' in prognosi riservata: ha ustioni di secondo e terzo grado sul 40 per cento del corpo. Chi ha cercato di ucciderlo? Il parroco era da anni impegnato nel volontariato e combatteva gli spacciatori. Aiutava soprattutto i tossicodipendenti ed e' nel mondo della droga che adesso gli inquirenti cercano l' uomo che ieri mattina e' andato in quella chiesa di periferia con una latta di benzina per dare fuoco al parroco. "Ha profonde bruciature sulla testa, sul braccio sinistro e su entrambe le gambe", ha spiegato ieri sera il professor Giuseppe Pedone che non ha nascosto una grande preoccupazione per le condizioni di don Mario. "Saranno necessarie operazioni e innesti di pelle, ma le condizioni di partenza del sacerdote non sono buone - ha aggiunto il medico - perche' il paziente e' reduce da altre patologie che potrebbero determinare complicazioni in un decorso che sara' almeno di due mesi". Il parroco di Acilia e' infatti affetto da diabete ed e' stato colpito da ischemia cerebrale. All' ospedale fin dal primo pomeriggio di ieri sono arrivati molti parrocchiani e giovani legati al prelato e al mondo del volontariato. Un gruppo di fedeli, che sono staticon il parroco in Irpinia e Germania ad assistere i nostri connazionali all' estero, giunti al Sant' Eugenio, hanno subito organizzato una raccolta di sangue. L' affetto della diocesi di Roma e' stato espresso dal cardinale vicario Camillo Ruini. "Con grande sorpresa e dolore - si legge in un comunicato del porporato - apprendo che il carissimo don Mario Torregrossa e' stato proditoriamente aggredito da uno sconosciuto che ha tentato di bruciarlo vivo dopo averlo cosparso di benzina". "Tutta la diocesi di Roma - ha proseguito il cardinal Ruini - e' vicina a don Mario con la preghiera, l' affetto e la solidarieta' cristiana". Ad Acilia intanto i carabinieri della compagnia di Ostia comandata dal capitano Francesco Ferace hanno subito avviato indagini che si presentano difficili. La pista imboccata inizialmente, relativa a un barbone che gia' in passato si era presentato in chiesa a disturbare le funzioni e a spegnere le candele, si e' dimostrata di scarsa consistenza. Lo stesso e' accaduto anche con un altro sospettato. Per tutto il giorno i carabinieri hanno fatto la spola con l' ospedale S. Eugenio cercando nuovi elementi per completare l' identikit dell' attentatore. "Don Mario pero' difficilmente farebbe il nome di chi ha cercato di ammazzarlo perche' ha sempre cercato di aiutare i disperati, compresi quelli pericolosi", ha commentato Tiziano Cerasi, membro del consiglio pastorale del San Carlo da Sezze. "E' molto probabile che a colpirlo sia stato qualcuno a cui lui non ha potuto dare i soldi", sussurrava ieri suor Laura. "E pensare che ha messo i poveri sempre davanti a tutto, tant' e' vero che ad agosto non e' riuscito neanche a pagare i 38 milioni di mutuo semestrale". Aveva sottoscritto lui stesso le cambiali necessarie per costruire questa chiesa di periferia, in via di Macchia Saponara. Nella stessa strada, proprio di fronte, un anno fa era stato ucciso il guardiano di un cantiere. L' uomo, che aveva precedenti per truffa e ricettazione, era entrato in un giro di stupefacenti. "E' un quartiere pericoloso. I furti non si contano - dicevano ieri i parrocchiani -. Hanno rubato in chiesa, perfino il giorno di Pasqua, e dentro casa a Don Mario. Ma lui diceva sempre che la chiesa deve restare aperta. Aveva fatto mettere soltanto dei fari per evitare che i tossici venissero a bucarsi proprio sul piazzale esterno". Non sono serviti pero' a tener lontano l' uomo che ha cercato di ucciderlo.

Brogi Paolo