La mattina del 9 aprile scorso i ragazzi del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto, coordinati da noi animatori e con l'ausilio della comunità parrocchiale di San Carlo da Sezze, hanno servito il pranzo di Pasqua a circa 200 amici meno fortunati, ospitandoli nei locali adiacenti alla parrocchia della Madonnetta. Si tratta di un pranzo speciale e di un appuntamento che ormai si ripete da anni, ma stavolta al Centro ci tenevamo in modo davvero particolare. E' il primo che viene organizzato dopo la morte di Don Mario, ideatore di questo evento tanto atteso, nonché formatore e guida spirituale per molte persone del quartiere. Erano giorni che c'era fermento: ragazzi ed adulti si aggiravano nel salone, luogo del ricevimento, come api laboriose intente ad allestire i tavoli con fiori ed addobbi pasquali, apparecchiare con il servizio migliore, secondo l'insegnamento ricevuto da Domma (come siamo soliti ricordarlo) attraverso la sua catechesi sulla carità. “Il pranzo non è solo un'iniziativa per dare da mangiare ai più bisognosi, ma è un'occasione per farlo secondo i criteri del Centro, cioè con fede, speranza e carità“ spiega Marco, uno degli animatori. Fin dal primo pranzo offerto in occasione del Natale 1982, Don Mario aveva raccomandato ai ragazzi di allora: "Siccome questa iniziativa deve essere una prima realizzazione di comprensione nostra dell’amore di Dio verso di noi e attraverso di noi verso i poveri, questo pranzo deve essere il miglior pranzo che voi avete organizzato in casa vostra. Niente piatti di plastica, niente posate di plastica, niente tovaglioli di carta. Essi sono invitati al banchetto del Re, perché il Signore è il Re, e al banchetto del Re ci sono cose di qualità: niente scarti, niente avanzi e soprattutto non un modo di esserci con sufficienza." Ecco quindi che nel menù si leggono elencate tante gustose portate, dall'aperitivo al dolce, servite con il sorriso ed anche con l'intrattenimento musicale in giro per i tavoli. Il pranzo si è protratto a lungo, diventando una bella giornata di festa, conclusasi con la consegna della classica colomba e degli ovetti di cioccolata chiusi in una colorata farfalla appositamente confezionata. Piccole cose, ma che diventano importanti, specialmente perché l'evento non si esaurisce qui, ma prosegue nel corso dell'anno con l’appuntamento del lunedì in cui è possibile approfondire la conoscenza di questi amici più poveri.
(di Margherita De Donato) |
E’ la mattina di giovedì 8 aprile 2004, nel salone del Centro c’è gran fermento, fra poco arriveranno moltissimi ospiti, circa 160. Bisogna preparare i tavoli, sistemare i centrotavola, i segnaposto, e poi bisogna apparecchiare, preparare gli antipasti e predisporre tutto il necessario per offrire un pranzo speciale agli ospiti. Sì, proprio un pranzo speciale, perché quello che si è tenuto lo scorso Giovedì Santo al Centro, come ormai la tradizione vuole, è stato un pranzo per degli invitati molto cari sia al Centro che alla Parrocchia San Carlo da Sezze: i nostri amici poveri.
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Ormai sono in Italia da diversi anni, ed è vero che questo paese non è più estraneo per me. Mia esistenza in Italia ha cambiato molto la mia vita in tanti sensi. Penso che questi cambiamenti non sono negativi, perché la vita in questo paese mi ha insegnato tante cose, che sono tutte utili e importanti: come per esempio capire le mie capacità, contare su di me e organizzare le cose di tutti i giorni, decidere quando andare al lavoro, quando fare la spesa e quando uscire con gli amici e tante altre cose di vita quotidiana. Esistenza in un paese dove ho dovuto cominciare tutto da capo: imparare la lingua, trovare lavoro, casa, amici. Ho imparato responsabilità per me ed anche per la mia famiglia perché ho fatto di tutto per aiutarla in momenti in cui aveva bisogno. Infatti ogni tanto mi manca la mia famiglia ed il mio paese. Mi mancano litigate con mia sorella e nostra spensieratezza di una volta, mi mancano gli momenti in cui mia Madre mi sgridava quando non volevo ascoltare i suoi consigli, mi manca mio Padre con le sue idee sempre differenti dalle mie. Oltre la famiglia mi manca la neve a Natale e bellissimi paesaggi montagne. |
Curriculum della Scuola di Italiano “Effathà" del Centro di Formazione Govanile "Madonna di Loreto - casa della Pace”
Storia:
La scuola di italiano per stranieri (L2) del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto apre nel Settembre 1999 per iniziativa di alcuni volontari del Centro. Dal semplice esperimento nato con tre insegnanti e tre studenti si passa ad un afflusso notevole di studenti iscritti e alla necessità di coinvolgere più insegnanti e creare una didattica strutturata.
Organizzazione della didattica
La didattica è suddivisa in cinque livelli di insegnamento con due insegnanti per livello: 4 classi ed un livello di alfabetizzazione di base.
Le lezioni si svolgono due volte a settimana per un'ora e mezza al giorno con l'alternanza in ogni classe dei due insegnanti.
Le classi sono costituite in media da 10-15 persone ciascuna. La scelta di formare classi di studenti provenienti da paesi diversi e di lingua differente è dettata dalla volontà di integrare diverse culture.
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