ZEUS - 10/10 n. - Dove corre la..."Resto del Mondo" Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
Giovedì 09 Dicembre 2010 07:48

 

STORIE MIGRANTI
Al parco della Madonnetta, dove corre la… “Resto del Mondo”
Rubrica sull’Integrazione a cura della Scuola di Italiano per stranieri “Effathà”
del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto
“Resto del Mondo”: così si chiama la squadra di calcio della scuola di italiano Effathà, composta da
giocatori di ogni latitudine del planisfero. Sono ragazzi e ragazze che hanno cominciato ad allenarsi
un sabato pomeriggio di ottobre per gioco e che non si sono più fermati: ormai l’appuntamento
è fisso il sabato alle 15,30 al campetto del parco della Madonnetta, fenomeni atmosferici
permettendo.
La squadra è composta da uomini e donne senza limiti di età, anche se i più assidui frequentatori
sono i ragazzi sulla ventina. L’obiettivo della “Resto del Mondo” è quello di trascorrere un
pomeriggio tutti insieme all’aria aperta, divertirsi con la scusa del pallone, formidabile elemento
di aggregazione e socializzazione. Lo dimostra il fatto che Rodica, giovane romena di ventuno
anni, viene al parco anche quando non può giocare, per scambiare due chiacchiere o leggere un
libro. “Una volta ho segnato da venticinque metri” ci tiene a precisare, per dire che quando sta bene
e gioca fa sul serio.
Qui si respira l’aspetto sano e salutare del calcio vero, quello che fa abbracciare le persone, non
quello che fa incattivire le curve. E nonostante il livello del gioco non sia altissimo lo spettacolo
non manca e ci si diverte, soprattutto quando piove e si gioca in mezzo al fango.
“Ti ho fatto due buste! Ti ho fatto due buste!” Ripeteva sabato scorso Dulaj alla fine della partita.
Lo sfottò del giovane srilankese di diciassette anni, speranza della squadra, era indirizzato ad uno
dei suoi maestri di italiano che in partita aveva subito due tunnell (passaggio del pallone sotto le
gambe ndr)… Interessante imparare da uno a cui insegni l’italiano che esistono vocaboli della tua
lingua usati per indicare qualcosa che abbiamo sempre definito in inglese, il tunnell appunto. Stare
in campo insieme è un’ottima palestra anche per la lingua, aiuta a sciogliersi e a relazionarsi, a
sforzarsi per parlare nella necessità di farsi capire, fosse anche solo per chiamare un passaggio o
la posizione in campo. Si sente parlare di tutto: italiano, spagnolo, srilankese, inglese, addirittura
Cagdas e Dimitri, un turco ed un moldavo, pilastri del centrocampo e dell’attacco, che parlano tra di
loro in russo… ma alla fine ci si capisce tutti.
Il martedì sera a scuola dopo la lezione di italiano ci si scambiano le opinioni sulla partita del sabato
precedente e a chi chiede “che cosa avete fatto?” viene sempre risposto “Abbiamo vinto!”.
“Abbiamo perso una volta sola… l’unica che abbiamo giocato contro un’altra squadra…”. Precisa
Vincenzo, maestro di italiano tra gli organizzatori delle partite: “è stato quando, non so come, una
squadra di ragazzini tra gli undici ed i quattordici anni, armata di tutto punto, si è presentata per
sfidarci. Vista la differenza di stazza fisica all’inizio abbiamo proposto di mischiare le squadre,
ma quelli erano lì proprio per sfidare la Resto del Mondo e non hanno voluto accettare. Abbiamo
giocato in sette contro sette, con la differenza che quelli avevano il triplo del fiato nostro e
giocavano tutti a tutto campo, parevano ventuno…”
“Io l’avevo detto che non bisognava fidarsi dei ragazzini – commenta Jesùs Bautista, il portiere
della squadra, peruviano - Tutti pensavano che fosse una partita facile ed hanno cominciato a
giocare con leggerezza e senza ordine in campo. Quando ci siamo trovati sotto di un gol abbiamo
provato a reagire e ci siamo portati sul due a due…”
“Poi sono entrato io ed abbiamo perso tre a due…” conclude ridendo Dulaj.
Si affaccia in corridoio Bogdan, Romania: “Non so giocare a pallone, ma la prossima volta gioco
anch’io, mi hanno detto che vi divertite troppo…”. E’ proprio questo lo spirito che anima ogni
sabato la Resto del Mondo.

STORIE MIGRANTI

Al parco della Madonnetta, dove corre la… “Resto del Mondo”

 

Rubrica sull’Integrazione a cura della Scuola di Italiano per stranieri “Effathà”

del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto

 

“Resto del Mondo”: così si chiama la squadra di calcio della scuola di italiano Effathà, composta da giocatori di ogni latitudine del planisfero. Sono ragazzi e ragazze che hanno cominciato ad allenarsi un sabato pomeriggio di ottobre per gioco e che non si sono più fermati: ormai l’appuntamento è fisso il sabato alle 15,30 al campetto del parco della Madonnetta, fenomeni atmosferici permettendo.

La squadra è composta da uomini e donne senza limiti di età, anche se i più assidui frequentatori sono i ragazzi sulla ventina. L’obiettivo della “Resto del Mondo” è quello di trascorrere un pomeriggio tutti insieme all’aria aperta, divertirsi con la scusa del pallone, formidabile elemento di aggregazione e socializzazione. Lo dimostra il fatto che Rodica, giovane romena di ventuno anni, viene al parco anche quando non può giocare, per scambiare due chiacchiere o leggere un libro. “Una volta ho segnato da venticinque metri” ci tiene a precisare, per dire che quando sta bene e gioca fa sul serio.

Qui si respira l’aspetto sano e salutare del calcio vero, quello che fa abbracciare le persone, non quello che fa incattivire le curve. E nonostante il livello del gioco non sia altissimo lo spettacolo non manca e ci si diverte, soprattutto quando piove e si gioca in mezzo al fango.

“Ti ho fatto due buste! Ti ho fatto due buste!” Ripeteva sabato scorso Dulaj alla fine della partita.

Lo sfottò del giovane srilankese di diciassette anni, speranza della squadra, era indirizzato ad uno dei suoi maestri di italiano che in partita aveva subito due tunnell (passaggio del pallone sotto le gambe ndr)… Interessante imparare da uno a cui insegni l’italiano che esistono vocaboli della tua lingua usati per indicare qualcosa che abbiamo sempre definito in inglese, il tunnell appunto. Stare in campo insieme è un’ottima palestra anche per la lingua, aiuta a sciogliersi e a relazionarsi, a sforzarsi per parlare nella necessità di farsi capire, fosse anche solo per chiamare un passaggio o la posizione in campo. Si sente parlare di tutto: italiano, spagnolo, srilankese, inglese, addirittura Cagdas e Dimitri, un turco ed un moldavo, pilastri del centrocampo e dell’attacco, che parlano tra di loro in russo… ma alla fine ci si capisce tutti.

Il martedì sera a scuola dopo la lezione di italiano ci si scambiano le opinioni sulla partita del sabato precedente e a chi chiede “che cosa avete fatto?” viene sempre risposto “Abbiamo vinto!”.

“Abbiamo perso una volta sola… l’unica che abbiamo giocato contro un’altra squadra…”. Precisa Vincenzo, maestro di italiano tra gli organizzatori delle partite: “è stato quando, non so come, una squadra di ragazzini tra gli undici ed i quattordici anni, armata di tutto punto, si è presentata per sfidarci. Vista la differenza di stazza fisica all’inizio abbiamo proposto di mischiare le squadre, ma quelli erano lì proprio per sfidare la Resto del Mondo e non hanno voluto accettare. Abbiamo giocato in sette contro sette, con la differenza che quelli avevano il triplo del fiato nostro e giocavano tutti a tutto campo, parevano ventuno…”

“Io l’avevo detto che non bisognava fidarsi dei ragazzini – commenta Jesùs Bautista, il portiere della squadra, peruviano - Tutti pensavano che fosse una partita facile ed hanno cominciato a giocare con leggerezza e senza ordine in campo. Quando ci siamo trovati sotto di un gol abbiamo provato a reagire e ci siamo portati sul due a due…”

“Poi sono entrato io ed abbiamo perso tre a due…” conclude ridendo Dulaj.

Si affaccia in corridoio Bogdan, Romania: “Non so giocare a pallone, ma la prossima volta gioco anch’io, mi hanno detto che vi divertite troppo…”. E’ proprio questo lo spirito che anima ogni sabato la Resto del Mondo.

 

 

Se vuoi giocare con la

“Resto del Mondo”

Sabato ore 15.30 Parco della Madonnetta

Tel. 3279931602