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Taormina ricorda Don Torregrossa, prete martire Stampa E-mail

Taormina, la chiesa di S. Giuseppe dove sarà ricordato don Torregrossa

Un esaltato nel '96 gli diede fuoco. Morì 25 giorni fa

 

TAORMINA - Sarà ricordato, anche a Taormina, Mario Torregrossa, il sacerdote morto lo scorso 30 dicembre al termine di anni di sofferenze dovute all’atto inconsulto di uno squilibrato che lo aggredì, nel novembre del 1996, mentre era in preghiera nella sua chiesa di Acilia alla periferia di Roma. Il pazzo lo cosparse di un liquido infiammabile e poi gli diede fuoco. Don Torregrossa fu salvato grazie all’intervento dei soccorritori ma dovette per periodi lunghissimi fare ricorso alle cure di una clinica specializzata. Il fuoco lo aveva marchiato in maniera molto grave. Il folle non è stato mai identificato dalle forze dell’ordine. Don Torregrossa, malgrado l’infermità e le sofferenze restò profondamente legato alla sua  parrocchia che, grazie anche alla partecipazione di volontari, si era ampliata sino a diventare un centro per l’assistenza ai poveri ed ai giovani. 
Mario Torregrossa, di fatto, era di Taormina dove era arrivato insieme alle sorelle ed al fratello gemello quando il padre, poco dopo la guerra, fu nominato direttore della locale scuola elementare. A Taormina frequentò la scuola dell’obbligo e poi la scuola media dei Salesiani. E proprio nell’Oratorio di via Don Bosco scoprì la sua vocazione. Trasferitosi a Roma quando al padre fu assegnato un altro compito, nella capitale, Mario ebbe modo di frequentare e completare gli studi teologici fino alla consacrazione a prete. 
Assegnato alla parrocchia di Acilia ebbe modo di mettere in evidenza le sue doti di organizzatore e di pastore. Attorno a se raccolse un gran numero di volontari che lo aiutarono a trasformareo la vecchia chiesa della borgata romana da un vecchio garage ad un centro di riferimento. A porre la prima pietra della grande opera fu, nel 1987, il Papa Giovanni Paolo II. “Accoglieva tutti, aiutava tutti: come tutti i “preti di frontiera” aveva una grande fiducia nell’uomo”. Così ha detto il cardinale vicario, Agostino Vallini, nel corso della cerimonia religiosa per la sua morte. “E’ stato –ha continuato- un santo prete che la lascia una grande eredità di fede speranza e carità. 
A ricordarlo a Taormina saranno i suoi compagni di classe dell’oratorio dei Salesiani. Lo faranno il prossimo 10 febbraio, alle 17,30,  con una cerimonia religiosa di commemorazione organizzata nella “sua” chiesa di San Giuseppe, proprio quella dove si evidenziò chiaramente la sua vocazione. Don Mario Torregrossa, in pratica, sarà ricordato nei luoghi in cui trascorse la sua adolescenza e dove capì quella che era sua vera strada, la sua vocazione. “Lo seguivamo a distanza; sapevamo della sua attività Purtroppo, la lontananza, ci ha impedito di essergli più vicini. Sappiamo, però –dicono i suoi compagni di classe- che ha davvero lasciato una grande eredità non solo morale. Lascia un Centro Sociale di grande importanza. Ci hanno raccontato che, malgrado le sue sofferenza, passava, seduto su una speciale carrozzella, le sue giornate in fondo alla sua chiesa: pronto sempre a confessare, e, sempre innamorato della vita, a dire una parola di conforto a quanti si rivolgevano a lui”. 
A Taormina, Don Mario, era tornato nel 1995 per partecipare ad una festa organizzata dagli ex allievi salesiani della Terza Media del 1956. Dopo pochi mesi, la tragedia.

 

Giuseppe Monaco

 
Agoravox 24/01/2009 - Un prete così Stampa E-mail

Si può parlare bene di un prete? In certi casi parrebbe di sì.

In un contesto di anticlericalismo diffuso, favorito dall’elezione di un papa a molti meno simpatico del precedente, sembra difficile scrivere o parlare bene di un rappresentante della categoria. Eppure nel caso didon Mario Torregrossa mi sento di farlo senza nessuna riserva, trattandosi di un uomo che ha incarnato oggettivamente le migliori qualità di un cristiano: generosità fino all’eroismo, attenzione ai poveri più disgraziati e dimenticati, cura dei giovani cui si è dedicato con pazienza e delicatezza rare.

Come spesso accade, ora che è morto e non dà più fastidio, don Mario viene osannato anche da coloro che in vita gli hanno messo i bastoni fra le ruote: perché è stato un prete scomodo, a causa dello spazio e del tempo che regalava agli indesiderati e indesiderabili assistiti. Ho vissuto vent’anni con lui, condividendone le scelte radicali, il coraggio di avventurarsi in imprese che a molti sembravano folli, come la costruzione dal niente di una chiesa e di un centro per i giovani, o la compromissione rischiosa nel soccorso di malcapitati di ogni tipo, vittime di malavitosi o di strozzini.

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07/01/2009 - La parola ai Cardinali Stampa E-mail

Il cardinale Vallini ha celebrato i funerali di don Mario Torregrossa, il parroco bruciato da uno squilibrato nel '96

Grande commozione questa mattina nella Chiesa romana di San Carlo da Sezze ad Acilia dove il cardinale vicario Agostino Vallini ha presieduto i funerali di don Mario Torregrossa, il sacerdote siciliano bruciato da uno squilibrato nel novembre del 1996 mentre era in preghiera davanti al Tabernacolo e spentosi il 30 dicembre all’età di 64 anni. Il cardinale Vallini ha ricordato con parole toccanti don Mario - “un santo sacerdote, ha detto - che lascia una grande eredità di fede, speranza e carità”. Ha ricordato il suo impegno per i giovani e i poveri, completamente affidato alla Provvidenza. Questa era la sua ricchezza. Don Mario, giunto a Roma dalla sua Messina, ha iniziato tutto da un garage: poi un gruppo di famiglie ha ipotecato le proprie case ed è iniziata la costruzione della parrocchia e del Centro di formazione giovanile “Madonna di Loreto” di cui Giovanni Paolo II ha benedetto la prima pietra nel dicembre del 1987. Accoglieva tutti, aiutava tutti: aveva una grande fiducia nell’uomo, da alcuni scambiata per ingenuità: una fiducia ben fondata nella fede in Dio. E come ogni sacerdote di frontiera che fa il bene sempre, anche quando c’è chi ragionevolmente lo sconsiglia, ha avuto non pochi problemi e minacce. Un giorno, uno squilibrato gli ha versato benzina sul corpo mentre era in preghiera in Chiesa e gli ha dato fuoco. Il cardinale Vallini ha ricordato il perdono incondizionato di don Mario al suo aggressore. Quel fuoco ha accartocciato il suo corpo costringendolo su una sedia a rotelle. Don Mario voleva fare ancora tante cose. Ma ora era lui a dipendere dagli altri in tutto. Ha passato gli ultimi anni in fondo alla chiesa a confessare e a salutare, sempre col sorriso sulle labbra, pronto a dare parole di speranza, sempre innamorato della vita. Lascia in eredità il suo ultimo sogno: un dormitorio per i poveri che non hanno casa. Un dormitorio - diceva don Mario - in cui ogni povero abbia la sua stanza, perché avendo il meglio possa sentirsi veramente amato.

 

fonte: http://www.cardinalrating.com/cardinal_207__article_8144.htm

 

 
Radio Vaticana - 02/01/2009 - Il card.Vallini celebra il funerale di don Mario Stampa E-mail

Il cardinale Vallini ha celebrato i funerali di don Mario Torregrossa, il parroco bruciato da uno squilibrato nel '96

Grande commozione questa mattina nella Chiesa romana di San Carlo da Sezze ad Acilia dove il cardinale vicario Agostino Vallini ha presieduto i funerali di don Mario Torregrossa, il sacerdote siciliano bruciato da uno squilibrato nel novembre del 1996 mentre era in preghiera davanti al Tabernacolo e spentosi il 30 dicembre all’età di 64 anni. Il cardinale Vallini ha ricordato con parole toccanti don Mario - “un santo sacerdote, ha detto - che lascia una grande eredità di fede, speranza e carità”. Ha ricordato il suo impegno per i giovani e i poveri, completamente affidato alla Provvidenza. Questa era la sua ricchezza.

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Romasette.it - 02/01/2009 - Mons.Torregrossa, una persona speciale Stampa E-mail

In diocesi: Monsignor Torregrossa, «una persona speciale»
Alla guida di San Carlo da Sezze per 24 anni, fu arso vivo nel 1996. I funerali celebrati dal cardinale vicario nella parrocchia di Acilia

«Era una persona speciale. E tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo personalmente sanno che è così». Lo era davvero monsignor Mario Torregrossa, per 24 anni parroco di San Carlo da Sezze, dove aveva fondato il centro di formazione giovanile “Madonna di Loreto”, morto la mattina del 30 dicembre a 64 anni di età. Era ricoverato all’ospedale Grassi Ostia, a seguito di un infarto da cui era stato colpito la Vigilia di Natale. I funerali, celebrati questa mattina alle 9 (2 gennaio) nella affollatissima chiesa della parrocchia di Acilia che a lungo aveva guidato, sono stati presieduti dal cardinale vicario Agostino Vallini.

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