Home Rassegna stampa Stampa locale Zeus - 01/10 n.147 - L'esperienza della scuola di italiano Effathà
Zeus - 01/10 n.147 - L'esperienza della scuola di italiano Effathà Stampa E-mail

“Cosa mi piace di più della Scuola di Italiano? Bè. Il fatto che qui incontro persone di tanti paesi: Brasile, Bangladesh, Filippine, Russia, Africa... e che facciamo amicizia...” dice Kalum, Sri Lanka, 28 anni. Sono le sette di sera di un qualsiasi martedì dell’anno ed il corridoio al piano di sopra del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto è affollato da un colorato viavai di gente, stanno per iniziare le lezioni della Scuola di Italiano “Effathà”. “A me piace quando giochiamo a pallone dopo la lezione” interviene schiettamente Sergio Gomez, Colombia, 24 anni, che come Kalum studia al quarto livello. “Io invece preferisco le feste, quando ognuno porta qualcosa da mangiare di tipico del proprio paese, io amo cucinare... e assaggiare!” dichiara Lùcia, brasiliana, al secondo anno di scuola.

Scuola di italianoRoberta, Flavia e Leandra si stanno per diplomare al liceo psico-pedagogico Anco Marzio e dallo scorso anno sono le responsabili della classe dei bambini, dove gli studenti stranieri delle elementari e delle medie vengono aiutati a fare i compiti e stimolati all’apprendimento della lingua attraverso un approccio didattico ludico: “la classe dei bambini nasce inizialmente per dare la possibilità alle madri con figli piccoli di lasciare da noi i bambini e seguire tranquillamente le lezioni di italiano, poi si sono aggiunti bambini che avevano bisogno di una mano per i compiti - dice Leandra -. Ne è nata una classe variegata e a dir poco vivace...”.
In visita per le classi incontriamo anche Don Fabrizio Centofanti, il parroco di San Carlo da Sezze e responsabile del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto: “La Scuola di Italiano è nata undici anni fa per iniziativa di un pugno di volontari incoraggiati da Don Mario Torregrossa, il fondatore del Centro di Formazione Giovanile. Hanno iniziato con un gruppo sparuto di studenti, poi con il passaparola si è arrivati a cifre ragguardevoli. Quest’anno ci sono già più di duecento iscritti con un numero di frequentanti che si aggira intorno alle ottanta persone. Il nostro Domma, che ha sempre promosso con entusiasmo queste iniziative, sarebbe contento di vedere la scuola oggi”.
Fabiana Arrivi è una tra le prime volontarie che hanno aperto la scuola di italiano e ci tiene a sottolineare lo spirito originario in cui la scuola è nata: “avevamo comprato pasticcini e fatto torte in abbondanza per accogliere a festa i primi studenti, ne sono arrivati solo tre! E’ stato un pomeriggio memorabile, dove loro si sono sentiti speciali, si è subito creato quel clima di condivisione ed empatia che continua ad essere l’ingrediente fondamentale della scuola di italiano, a costituirne lo Spirito, quello con la esse maiuscola”.
“La cosa sorprendente per me è quando incontri per strada o sulla metro gruppetti di studenti della scuola che si sono dati appuntamento per uscire insieme e parlano tra loro in italiano, inglese o in qualsiasi modo” afferma Arianna Droghei, insegnante del terzo livello che lo scorso anno si è laureata in Scienze dell’Educazione proprio con una tesi sulla Scuola di Italiano “Effathà”.
“Quest’esperienza nasce con l’obiettivo di creare un momento di incontro tra persone di diverse lingue, culture, religioni, provenienze. Nel tempo abbiamo provato a riproporre la formula anche al di fuori del Centro di Formazione Giovanile, nel quartiere, come è avvenuto a novembre scorso in occasione della Festa “Io non ho paura dei colori” al Parco Arcobaleno”. Conclude Arianna.
Lavorare per l’integrazione reciproca tra cittadini italiani e stranieri è quanto la Scuola di Italiano Effathà si propone da undici anni. In quest’ottica è in gestazione, sulle pagine di Zeus, una rubrica sull’integrazione che sarà curata dalla stessa scuola Effathà e che inizierà a partire dal prossimo numero.

Flavio Tannozzini