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repubblica.it - 19/04/2010 ore 14 Stampa E-mail

conferenza De Rita primo pianoDe Rita: "Basta con il moralismo e attenzione ai fondamentalisti"

Il presidente del Censis ha incontrato i ragazzi del Centro Madonna di Loreto di Ostia.
"La società di oggi propone solo emozioni che sono rappresentazioni del sentimento. Tutte queste emozioni uccidono il senso vero delle cose: della paura, della verità, dell'amore"

 

Ne ha parlato anche Romasette.it (periodico on line della Diocesi di Roma, diretto da Angelo Zema, che in versione cartacea esce ogni domenica "a panino" con il quotidiano Avvenire).

Anche il TG di Canale 10 ne ha dato la notizia.

 

Ammettere con i giovani che siamo in una marmellata e che in queste condizioni il rischio è quello di tornare a forme di fondamentalismo, che corrispondono a un bisogno innato di credere in qualcosa." Nella settimana in cui le cronache hanno riportato le storie della tredicenne che cedeva video hard in cambio di ricariche sul telefonino e delle mense negate ai bambini "morosi" Giuseppe De Rita, presidente del Censis, ripropone con forza il tema dell'etica.

L'occasione è una conferenza sui giovani di oggi e sul loro rapporto col mondo degli adulti al Centro di formazione giovanile Madonna di Loreto Casa della pace. Il Centro è una realtà molto viva nell'entroterra di Ostia, di matrice cattolica ma aperta all'accoglienza e al dialogo senza discriminazioni di religione o cultura, che opera da più di trent'anni. Aiuta i giovani a diventare adulti consapevoli e responsabili attraverso esperienze di riflessione, confronto, scambio, servizi di volontariato, laboratori artistici e teatrali, incontri con autori e una biblioteca aperta al territorio.

Un terreno fertile, dunque, per parlare di etica con chi tutti i giorni è impegnato verso le nuove povertà. Immigrati per i quali è stata aperta una scuola di italiano ed un centro di assistenza per le pratiche amministrative; tossicodipendenti, di qualsiasi natura. Un'isola di speranza contro l'emarginazione, della quale De Rita ha sottolineato la capacità di insegnare a trasformare le emozioni in sentimenti.

Eppure anche a quei giovani occorre, secondo De Rita, mandare un messaggio. conferenza De Rita"Comprendere la complessità è l'unica via per cambiare davvero. La società di oggi propone solo emozioni che sono rappresentazioni del sentimento. Tutte queste emozioni uccidono il senso vero delle cose: della paura, della verità, dell'amore". Il rischio è quello di essere travolti da "un moralismo generico che è quanto di peggio". I giovani, che sono il nostro futuro "devono essere più bravi di noi. Il criterio non può essere l'età, ma solo il merito". Inutile puntare sull'effetto taumaturgico della 'discontinuità': "Il '68  -  ha detto De Rita  -  ci insegna che la contrapposizione non serve. Neppure le grandi rivoluzioni degli ultimi 300 anni sono servite a cambiare il mondo. Piuttosto occorre partire dal basso, dal territorio: una politica che non capisce il territorio è comunque destinata alla sconfitta".

Sul territorio opera il Centro che è stato fondato alla fine degli anni Settanta da don Mario Torregrossa, un prete di frontiera nell'estrema periferia romana, amico di don Luigi Di Liegro e vittima nel 1996 di un crudele attentato, che lo costrinse a trascorrere gli ultimi dodici anni della sua vita su una sedia a rotelle. Senza perdere però coraggio e grinta, garantendo assistenza a circa mille indigenti sul territorio, prendendo l'iniziativa per la costruzione di un dormitorio per i numerosi "homeless" della zona.